I principi del sistema produttivo Toyota oggi applicati da diverse aziende e settori, hanno dato vita al modello del Lean Marketing fondato su piccoli cambiamenti, costanti e quotidiani, che permettono di ottenere risultati attraverso l’eliminazione degli sprechi e il coinvolgimento attivo di tutto il personale.
Scriveva Charles Darwin che “non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.
Lo stesso “cambiamento in meglio” che viene proposto dalla fusione tra le due parole giapponesi “kai” (cambiamento) e “zen” (buono)”.
Questo modello, nato intorno agli anni '60 tra le mura dell’industria automobilistica giapponese, comprende tecniche e strumenti che funzionano tanto nel settore industriale quanto nel mondo del marketing, della comunicazione e delle vendite.
L’obiettivo rimane unico per tutti: abituarsi a fare di più e meglio con meno.
LEAN MARKETING E CONTENT MARKETING: PERCHÉ INTEGRARLI
Il nuovo modello trova terreno fertile nel content marketing moderno.
In opposizione a concetti radicali come innovazione e rivoluzione, il Lean Marketing spinge a ragionare in un’ottica di continui miglioramenti.
Al centro di tutto domina l’attenzione al cliente in termini di valore: tutto ciò che non è riconducibile alla soddisfazione del cliente non ha valore e costituisce uno spreco da eliminare.
Il Lean Marketing spinge a ragionare in un’ottica di continui miglioramentiQuest’approccio assume una valenza maggiore se consideriamo l’overload informativo (eccesso di contenuti e informazioni presenti sul web) al quale l’utente è sottoposto ogni giorno.
Ed è questo che ci spinge a curare nel modo più efficace i nostri contenuti. La guerra per la visibilità si combatte sul web e, per quanto un contenuto possa essere interessante e utile, non avrà importanza se nessuno lo legge.
CONTENT MARKETING: GLI OBIETTIVI
Nel corso degli anni sono state fornite diverse definizioni di content marketing.
Malgrado alcune piccole differenze, tutte sembrano concordare su due aspetti chiave:
- creare contenuti di valore, studiati per un pubblico specifico.
- scrivere contenuti per raggiungere obiettivi.
Questo significa che l’attività di riempire pagine su pagine web solo per il gusto di farlo o per popolare siti scarni di informazioni, non porterà ai risultati sperati.
Il primo obiettivo del content marketing è informare, suggerire, fornire soluzioni e risposte a specifici problemi, proporre vantaggi distintivi rispetto alla concorrenza. Il secondo obiettivo, ovviamente, è vendere.
Da qui deriva la necessità di ottimizzare gli sforzi. Una volta individuata la nostra target audience, ossia gruppo di utenti o potenziali utenti, le domande che dobbiamo porci sono le seguenti: da chi è composto il nostro pubblico? Di cosa ha bisogno? Come possiamo soddisfare le sue esigenze con i nostri prodotti/servizi? In che modo possiamo comunicargli tutti i vantaggi a sua disposizione?
Le risposte a queste domande ci permetteranno di confezionare contenuti interessanti, utili, che il pubblico sceglie di leggere, condividere, approfondire.
All’interno della nostra content strategy ogni contenuto dovrà essere considerato prima come singolo e poi in rapporto all’intera strategia, proposto ai lettori e diffuso sul web. Ma mai abbandonato a se stesso.
Il passo successivo sarà l’analisi e il monitoraggio dei risultati che consentiranno di intervenire prontamente qualora la nostra audience cambi o cambino interessi ed esigenze.
GLI ELEMENTI CHE RENDONO UNA CONTENT STRATEGY EFFICACE
Ormai è chiaro, l’advertising puro da solo non basta più. Serve creare un senso di appartenenza negli utenti attraverso storie, racconti, esperienze, capaci di attrarre l’attenzione, ma anche di mantenere elevata la reputazione del brand.
Può solo questo dare vita ad una content strategy efficace? La risposta è no.
In ottica Lean Marketing intervengono elementi che consentono di ottimizzare gli sforzi e massimizzarne i risultati. Vediamoli nel dettaglio:
mobility: oggi, più di ieri, i consumatori sono un tutt’uno con il proprio smartphone che utilizzano anche per prendere decisioni e compiere azioni in mobilità.
Impossibile fare a meno di contenuti responsive e velocemente accessibili.
dati: le informazioni sulle vendite sono insufficienti anche se analizzate in tempo reale. Bisogna saper analizzare tutti i dati a nostra disposizione, filtrare quelli rilevanti, riferiti a tutti i canali che permettono ad un brand di comunicare (sito, campagne, social, mail, newsletter, etc…).
social e community: comprendere desideri e aspettative di clienti o potenziali clienti è quanto mai fondamentale. Social e community diventano così tasselli irrinunciabili per giocare sul fattore engagement e ottenere le informazioni che servono.
modelli di machine learning: senza una buona componente tecnologica strettamente connessa ai dati, questi ultimi rimarrebbero numeri e non una strategia di azione.
Per fortuna esistono strumenti che possono aiutarci a raccogliere dati, analizzarli e offrire risposte alle nostre domande.