Content is King.
Fu Bill Gates il primo a pronunciare questa frase in un saggio del 1996, dal titolo omonimo, scrivendo che “Coloro che hanno successo spingeranno Internet in avanti come un mercato di idee, esperienze e prodotti, un mercato di contenuti. […] Se ci si aspetta che le persone tollerino l'accensione di un computer per leggere uno schermo, devono essere ricompensati con informazioni approfondite ed estremamente aggiornate che possono esplorare a volontà”.
L'affermazione del creatore di Microsoft è stata profetica.
Oggi il content marketing è una strategia di inbound marketing adottata dalle aziende di ogni settore e di ogni dimensione che hanno compreso quanto la diffusione di contenuti originali e di valore possa legare i clienti al proprio brand.
IL CONTENT MARKETING È ANCORA IL RE ASSOLUTO?
Il content marketing è quell'insieme di tecniche che mirano ad aumentare la qualità del traffico e dei contatti generati tramite la creazione e la diffusione di contenuti (articoli, video, gif, storie, tweet, etc...).
Il web si prefigura così come un luogo sempre più appagante per chi è in costante ricerca di novità e di approfondimenti, offerti con generosità dalle aziende sponsor della conoscenza condivisa.
Ma la creazione di contenuti non è l'unico strumento in grado di attrarre e fidelizzare i consumatori.
Negli ultimi anni, un'altra forma di marketing è venuta alla ribalta, acquisendo un'importanza prima impensabile: l'influencer marketing.
PERCHÈ L'INFLUENCER MARKETING FUNZIONA?
Le persone sono influenzate da storie e da opinion leaderL’influencer marketing implica il lavorare con una persona che gode di notorietà in una particolare nicchia di mercato, nella quale distribuisce il contenuto ed incoraggia il maggior numero possibile di followers a spostarsi verso quel contenuto. Proposto oggi come una nuova forma di marketing 2.0 giocata sul campo dei blogger e dei social networks, è, in realtà, una tecnica vecchia di decenni.
Già negli anni '40, con i primi studi sulla Comunication Research, e nei primi anni ’50, con le opere di Paul Felix Lazasferld e Elihu Katz, si affermava che le persone sono influenzate da storie e da opinion leader.
Nulla di nuovo, molto di nuovo. Perché oggi un numero crescente di aziende investe tempo, energia e risorse per comprendere i vantaggi dell'influencer marketing e costruire relazioni con gli influencer di settore? La risposta è la fiducia. I consumatori si fidano più degli influencer che dei brand.
Non è un caso che, secondo uno studio condotto da Twitter e dalla società di analisi Annalect, il 40% delle persone ha effettuato acquisti online dopo aver visto un influencer promuovere il prodotto su Facebook, Instagram o YouTube.
Come non è un caso che a Kylie Jenner, sorellastra della star Kim Kardashian e a sua volta influencer con milioni di follower su Twitter e Instagram, sia bastato un cinguettio stridente verso il restyling di Snapchat, per far crollare la società a Wallstreet.
Dopo questa veloce panoramica, che ci aiuta a capire l'importanza che hanno acquisito gli influencer, viene spontaneo chiedersi: il contenuto ha perso la corona e il trono di ferro? Assolutamente no.
INFLUENCER MARKETING COME PARTE INTEGRANTE DEL CONTENT MARKETING
Influencer marketing e content marketing concorrono per gli stessi obiettivi: brand awareness, incremento delle vendite, lead generation, fiducia e credibilità.
Come ottenere questi risultati? Il segreto risiede nel creare contenuti di qualità e diffonderli nel miglior modo possibile.
Ma sono sempre utili entrambi? Dipende dalle dimensioni e dal seguito.
Se sei un brand molto grande, con degli account social molto seguiti, come quelli della Coca Cola e della Red Bull, puoi fare affidamento esclusivamente sul content marketing, dato che il tuo brand può già essere considerato un influencer di per sé.
Per tutti gli altri, i cui followers non superano le poche migliaia, l'efficacia della strategia sarà sempre limitata dal numero di seguaci. Ed è qui che l'influencer marketing dà sfogo a tutte le sue potenzialità.
Entrambe le forme di marketing, quindi, si esprimono al meglio in coppia e non singolarmente. Insomma, lo sanno tutti: non c'è contenuto se non ci sono utenti che lo recepiscono, e non c'è comunicazione senza contenuto.